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Edvige testimone credibile del Vangelo
L’epidemia virale del Covid19 è riuscita a svuotare materialmente e fisicamente di fedeli le nostre chiese, ma la venerazione per la Beata Edvige Carboni è ugualmente riuscita a riempirle spiritualmente, tanto è l’affetto e la stima per questa donna, credibile testimone del Vangelo, icona della Passione di Cristo e vera gemma di santità.
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La Sardegna nuovamente in festa per Edvige Carboni
Il 4 maggio ricorre la prima commemorazione liturgica della Beata
In tutte le diocesi della Sardegna, ed in particolare nella nostra diocesi di Alghero Bosa, lunedì 4 Maggio si celebra la prima commemorazione liturgica della Beata Edvige Carboni, nata a Pozzomaggiore il 2 maggio 1880 e morta a Roma il 17 febbraio 1952. Edvige è l’ultima figlia della Sardegna che, in ordine di tempo, è salita agli onori degli altari lo scorso 15 giugno 2019. Donna pienamente evangelica, Terziaria francescana, consorella della Passione e cooperatrice della famiglia salesiana, catechista nella sua parrocchia natale, Edvige è la mistica della Sardegna, stimmatizzata, vera effigie del Crocifisso, anima riparatrice e di una generosità sconfinata per i poveri e i bisognosi. La cerimonia di beatificazione si tenne nel suo paese natale alla presenza di circa 6000 persone e fu presieduta dal cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei santi e Delegato di Papa Francesco.
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Una nuova edizione del diario spirituale di Edvige
Sollecitato dalle incessanti richieste degli ammiratori della santità di vita e delle virtù di Edvige Carboni, Ernesto Madau ha dato alle stampe una nuova edizione del diario spirituale della Beata.
Si tratta della raccolta di una serie di appunti e riflessioni riportati su quaderni, scritti a partire del 1941, quando si trovava già nel Lazio, e nei quali sono annotate le esperienze mistiche che Edvige viveva come un dono. Non un diario come lo si intende comunemente, quindi, dove chi scrive parla a se stesso, quanto piuttosto un gesto di obbedienza verso il suo primo confessore in terra romana, utile per la direzione spirituale di quell’anima santa; consuetudine che si è poi mantenuta anche con gli altri sacerdoti che nel tempo si sono alternati nella direzione.
«Nel suo cosiddetto Diario – scrive il curatore nella prefazione – Edvige rivela esattamente ciò che vede e sente il dovere di dire o rivelare al suo direttore spirituale, senza ombre di equivoci o imprecisioni. […] Le parole usate dalla Carboni, pur se comuni e prive di rigore teologico, assumono tuttavia un sapore ultraterreno ed il valore di un insegnamento che arriva direttamente da Dio, che vuole servirsi della sua povera persona».